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Roberto Vecchioni è sposato con la scrittrice Daria Colombo, ha quattro figli e vive a Milano, dove è nato il 25 giugno 1943 da genitori napoletani.

Laureatosi nel 1968 in lettere antiche presso l’Università Cattolica di Milano, vi resterà ancora per due anni come assistente di “Storia delle religioni”. Prosegue poi per trent’anni la sua attività d’insegnante di greco, latino, italiano e storia in vari licei classici di Milano e di Brescia.

 

Roberto Vecchioni cantautore

La sua attività nel mondo musicale inizia negli anni ’60, quando comincia a scrivere canzoni per artisti affermati (Vanoni, Zanicchi, Cinquetti, Michele), collaborazioni che riprenderà più tardi anche per Nannini, Oxa, Patty Pravo, Adamo.

Nel 1971 si propone per la prima volta come interprete delle sue canzoni e incide il suo primo album “Parabola”che contiene la celeberrima “Luci a San Siro”.

Nel 1973 partecipa al Festival di Sanremo con “L’uomo che si gioca il cielo a dadi”.

Nel 1974 vince il premio della critica discografica come miglior disco dell’anno per “Il re non si diverte”.

Il successo di pubblico arriva nel 1977 con l’album “Samarcanda” cui fanno seguito più di venti album e altrettante raccolte per una vendita totale che supera otto milioni di copie.

Nel 1992 il brano “Voglio una donna (unico inedito del live “Camper”), vince il Festivalbar come canzone più ascoltata dell’anno.

Come ha scritto Mario Bonanno nel suo libricino Samarcanda, “Vecchioni, tolto l’heavy metal (per sua e nostra fortuna), i generi musicali li ha (ri)visitati tutti”, compreso qualche spunto dalla canzone classica napoletana, fino ad arrivare nel 2005 al progetto di “Luci a San Siro… di questa sera”(da cui l’album “Il Contastorie”)  dove rivisita le sue canzoni più famose in chiave jazz, portando per più di due anni il concerto nei più bei teatri italiani insieme a due tra i più grandi jazzisti italiani: il pianista Patrizio Fariselli e il contrabbassista Paolino Dalla Porta. Torna poi al genere pop nel 2007 con il bellissimo album “Di rabbia e di stelle”. Nel 2009 passa a un nuovo ambizioso progetto insieme al maestro Beppe D’Onghia, dove propone le sue canzoni riarrangiate per pianoforte e quintetto d’archi. Il cantautore si esibisce anche in versi recitati su musiche di Chajkowskij, Puccini, Rachmaninoff. Da questa esperienza nasce lo splendido album “In Cantus” portato anche questo nei più famosi teatri per oltre due anni.

Nel 2011 partecipa e stravince al Festival di Sanremo con la canzone “Chiamami ancora amore” che dà il titolo all’omonimo album. Vince anche il premio “Mia Martini” della critica e quello della sala stampa.

Il 29 novembre 2011 esce il doppio album “ I colori del buio”. Si tratta della prima antologia ufficiale, capace di rappresentare la sua anima popolare, quella più classica fino ad arrivare al jazz, attraverso i pezzi che hanno saputo conquistare diverse generazioni. A impreziosire il disco anche due splendidi brani inediti: I colori del buio, che da il titolo al lavoro (scritto insieme all’ormai fedele Claudio Guidetti) e Un lungo addio (con t

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